Nasuomi al Garage Sale di Ravenna

Domenica 26 marzo al Garage Sale di Ravenna (all’interno) sarà presente Tappo con il banchetto super primaverile di Nasuomi fioriti.

Saranno presenti una schiera di nuovi Nasuomi, parenti dei Pisipilli. Sono la famiglia dalla parte della madre di Lui E’ Lui.
(se non hai idea di cosa sto dicendo vieni al banchetto e tutto ti sarà chiaro immadiatamente!)

RICORDA: “I nasuomi somigliano moltissimo alle persone a cui somigliano”

 

 

Il libro come città

Mercoledì 22 marzo alle ore 9.00 presso il Dipartimento di Architettura di Cesena terrò una lezione ai ragazzi del corso di Elementi di Urbanistica dal titolo “Il libro come città”, dove parlerò delle mie esperienze di libro fotografico e del suo progetto. Partendo dalle fotografie e dalla loro dimensione materiale per arrivare alla serie, alla sequenza e al progetto finale del libro.

Il titolo della conferenza è “Raccontare il territorio” e sarò insieme a Sara Menetti (illustratrice). Ringrazio per l’opportunità l’architetto Enrico Brighi che mi ha riproposto l’invito, dopo l’esperienza dell’anno scorso insieme alla Prof.ssa Valentina Orioli.

Una fotografia è piatta, ha dei margini ed è statica; non si muove.
Allo stesso tempo, anche se è piatta, non è un vero piano.
La stampa possiede infatti una dimensione materiale.”
Stephen Shore in Lezione di Fotografia

 

I Nasuomi al Kinotto

Domenica 19 febbraio alle 18.00 i Nasuomi di Tappo sbarcano al Kinotto di Borgo Masotti!!! Conduce Massimo Manzoli.

Ma come “cosa sono i Nasuomi?”
I Nasuomi sono una popolazione immaginaria caratterizzata dal profilo di naso importante nella quasi totalità dei casi girato verso sinistra (per loro è la destra). Sono nati e cresciuti nel cuore della Foresta Amazzonica e da circa una ventina di anni affiorano nella bassa Romagna sotto forma di disegni. E’ una popolazione multiforme e multicolore, molto spesso priva di un corpo, molto silenziosa e attenta. Somigliano davvero moltissimo alle persone a cui somigliano. Il loro antagonista principale è il mago Gargamella che risiede in un castello e prova a catturarli più volte senza successo aiutato dal suo gatto Birba. Per motivi di sceneggiatura (accordi economici non trovati) si è deciso di non far comparire né il mago né il suo gatto in nessun disegno.

Ma come “chi è Tappo?”

Tappo è lo pseudonimo con il quale firmo i nasuomi. Ho iniziato a farli durante le superiori sui banchi, nei libri, nei quaderni, sulle tovagliette del ristorante, sui muri di casa, sulle mie gambe in classe durante l’ora di italiano, durante le telefonate, quando simulavo di prendere appunti a una conferenza, in un bar mentre aspettavo qualcuno e li ho lasciati liberi per il mondo. Ora non so che fine abbiano fatto, molti saranno stati buttati, riciclati, imbiancati, dimenticati in un libro o saranno nelle case di alcuni miei compagni di scuola a loro insaputa dentro un armadio o in un cassetto. Se li volete ritrovare i nasuomi sono ghiotti di miele e di cotone. Alcuni di loro fumano, ma non molto, solo una boccata di pipa con tabacco alla vaniglia ogni tanto. Occhio perché non parlano quasi mai.

Quando con mie moglie Michela eravamo in attesa della piccola Anna, ho deciso di comprare dei bei blocchi di carta per schizzi, delle matite grasse nuove e mi sono messo lì a vedere se ne veniva fuori qualcuno di nuovo. Tra i primi è arrivata questa famiglia, i Pisipilli che ora espongo al mitico Kinotto di Borgo Masotti. Per noi non è semplice, tra miele e cotone ci costano una fortuna, ne abbiamo in casa oltre cinquecento.

Ma come “cos’è il Kinotto?”
E’ il fantastico circolo Arci di Borgo Masotti, quello che C’E’ CHI SI, C’E’ CHI NO, C’E’ KINOTTO, quello che “largo all’avanguardia!”, quello su cui il sommo Matteo Cavezzali ha scritto “un posto, nascosto nelle campagne, in cui si sta bene. Sarà per la musica, per i colori, per i volti delle persone o per il calore, ma è uno di quei rari luoghi in cui ci si sente a casa fin dal primo momento” ebbene, questo posto lo gestiscono Manuel Freddi, Gianluca Viscuso e Lara che ringrazio per l’invito.

Trent’anni di fotografia

Sabato 29 ottobre 2016 al Museo San Rocco di Fusignano (Via Monti, 5)

ore 16.00 visita guidata alla mostra “Abitare il deserto”

ore 16.30 incontro con Olivo Barbieri, Guido Guidi e Giovanni Zaffagnini conduce Piero Orlandi.

Mostra visitabile fino al 6 novembre 2016.

(Fotografie di Giovanni Zaffagnini)

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Abitare il deserto

Sabato 3 settembre alle ore 11.00 inaugurazione della mostra “Abitare il deserto” a cura di Giovanni Zaffagnini con Osservatorio Fotografico per il Comune di Fusignano, presso il Museo San Rocco in Via Monti 5 a Fusignano (RA).

MOSTRA:
Sabato 3 settembre alle ore 11.00 inaugurazione della mostra “Abitare il deserto”.
La  mostra è visitabile dal 3 Settembre al 6 Novembre 2016 nei seguenti orari:

dal 3 al 8 settembre 2016 feriali 19,30 – 22,30
Sabato e festivi 10 – 12 / 16 – 23
Dal 9 Settembre al 6 Novembre 2016 Sabato 15 – 18
Festivi 10 – 12 / 15 – 18
info: ufficio relazioni col pubblico del Comune di Fusignano 0545 955653-668
Museo 0545 51621 negli orari di apertura.

LIBRO:
Volume edito da Osservatorio fotografico, pp.88, ill.45, osservatoriofotograficogmail.com grafica a cura di Emilio Macchia
Testi di: Yari Bernasconi, Luigi Filippelli, Maddalena Lotter, Franca Mancinelli, Jacopo Narros, Bernardo Pacini, Jacopo Ramonda, Damiano Sinfonico, Orso Jacopo Tosco.
Fotografie di: Nicola Baldazzi, Davide Baldrati, Marina Caneve, Francesca Gardini, Richard Max Gavrich, Massao Mascaro, Domingo Milella, Mattia Parodi, Xiaoxiao Xu.

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da “Galleggianti”, © Davide Baldrati                        

A trent’anni di distanza dalle Traversate del deserto condotte, nel 1986, da Gianni Celati; ormai un “Classico” sul rapporto fra fotografia e letteratura, con la partecipazione di autori prestigiosi (Jean Baudrillard, Max Frisch, Gerald Bisinger, Giorgio Agamben, Giuliano Scabia, Luigi Ghirri, Guido Guidi, Olivo Barbieri, Vittore Fossati, Klaus Kinold), abbiamo chiesto ad alcuni giovani autori scelti attraverso una rigorosa selezione in ambito internazionale, di esprimere il loro punto di vista sulla desertificazione ambientale e culturale.
Nove narratori e nove fotografi, con grande semplicità, senza ricorrere alla denuncia urlata e all’invadenza degli effetti speciali, pongono, attraverso le pagine di Abitare il deserto, domande sulle quali noi, comodamente distratti, dovremmo riflettere.
E’ l’incontro fra il deserto della mente e il deserto visibile, il dentro e il fuori, che accomuna poeti, scrittori e fotografi nell’intento di rivelare la loro visione del mondo e scoprire, alla fine, che il luogo della mente è tutt’uno col luogo che ci ospita, arricchito di nuovi significati.
«Un luogo non è mai solo “quel” luogo: quel luogo siamo un po’ anche noi… Dipende da come leggiamo quel luogo,… se siamo allegri o malinconici, euforici o disforici, giovani o vecchi, se ci sentiamo bene o se abbiamo il mal di pancia. Dipende da chi siamo nel momento in cui arriviamo in quel luogo», ci insegna Antonio Tabucchi in Viaggi e altri viaggi.
Il degrado diventa il punto di partenza per una riconciliazione col mondo circostante attraverso uno sguardo rinnovato e costruttivo, esente da intenti consolatori o di facile denuncia. Uno sguardo che riconosce forme e spazi dove trovare nuovi spunti per correggere e migliorare
l’esistente e orientare le scelte future. Non si cura il presente tornando al passato. Possiamo arginare il deserto conoscendo il suo volto, senza girare lo sguardo dall’altra parte sperando che qualcuno provveda.
«Mi fermai affascinato da quanto vi era di bello in questa assenza di bellezza, incantato dalle speranze in mezzo a tanta disperazione», scriveva Robert Walser, raffinato poeta-camminatore che sapeva osservare le cose dalla giusta distanza con consapevole candore.
Nonostante tutto, c’è ancora tanta bellezza da preservare.

link:
ibc.regione.emilia-romagna.it
lugonotizie.it
e20romagna.it

 

Il doppio volto della montagna _ Mazzin (TN)

Venerdì 12 agosto:
– alle ore 13.30 circa al Rifugio Antermoia, presentazione del libro fotografico Fotodiagnostik (Danilo Montanari Editore), con Davide Baldrati (fotografo), Almo Giambisi (gestore del Rifugio Antermoia) e Emiliano Oddone (geologo di Dolomiti Project);
www.rifugioantermoia.com
– alle ore 21.00 in Piazza Maria Maddalena (ingresso gratuito) a Mazzin il concerto scenico di Michela Marangoni e Laura Redaelli del Teatro delle Albe sarà preceduto dalla presentazione del libro Fotodiagnosik, con Davide Baldrati e Alex Giuzio. In caso di mal tempo, il concerto si terrà nella Chiesa di Mazzin.

“Intersecare il canto e la fotografia, l’immagine e il movimento, la vertiginosa altitudine della montagna e gli sterminati orizzonti della pianura. Questo l’auspicio de Il doppio volto della montagna, un appuntamento artistico dall’anima multipla, promosso dall’Associazione Culturale Antermoia, che accompagnerà il pubblico di Mazzin venerdì 12 agosto alle ore 21 in piazza Maria Maddalena (ingresso gratuito).
Dopo il debutto al Ravenna Festival, Il doppio volto della montagna approda sulle Dolomiti, nel luogo che ha ispirato questo progetto. Qui il fotografo Davide Baldrati ha infatti scattato le immagini che hanno dato vita al suo nuovo libro Fotodiagnostik (Danilo Montanari Editore), in cui ha immortalato le vette riflesse sul lago di Antermoia che generano le stesse inquietanti figure evocate dal test psicologico di Rorschach. Della sua opera, Baldrati dialogherà con il giornalista Alex Giuzio mostrando anche alcune immagini.
Dopo la presentazione del libro, il pubblico di Mazzin assisterà al concerto di Michela Marangoni e Laura Redaelli, della nota compagnia ravennate Teatro delle Albe, che si esibiranno in una nuova tappa del loro percorso sulla voce in scena. Le due attrici attraverseranno un viaggio che dalla “trascendenza della cima” raggiunta con i canti alpini scivolerà verso la pianura con le cante popolari romagnole, in un ideale cammino sull’acqua che dai ghiacciai si scioglie verso il mare.”
Alex Giuzio

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